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Quant'è buono il Tigadegena! Quando l'integrazione passa dai fornelli


 Dal Tiep bou dien (riso con pesce) del Senegal al Tigadegena (stufato di agnello con verdure e burro di arachidi) del Mali. È bastato al pelo il cibo per le circa duecento persone che sabato pomeriggio hanno preso parte al nuovo appuntamento di “Nonn'insegnami” che ha visto protagonista la cucina della “Grande mamma Africa”.

Donne e ragazzi di ogni parte del continente africano si sono radunati fin dal pomeriggio nelle cucine di palazzo Longis per cucinare piatti e ricette di una tradizione culinaria antica e ricca di influenze. E dopo la fatica ai fornelli... la cena tutti insieme, com'è ormai consuetudine in questo progetto inclusivo ed aggregante che tramite la cucina abbatte le barriere generazionali, culturali e sociali.

Organizzato nell'ambito del progetto Oceano da Oasi Giovani, l'appuntamento di “Nonn'insegnami” dedicato alla cucina africana ha visto la collaborazione del progetto Sai – Sistema Accoglienza e Integrazione – e della cooperativa Orso, che si è occupata della spesa.

Tante le realtà del territorio che hanno preso parte alla giornata: dall'associazione “Makala” della valle Po ad “Arte migrante” di Alba, passando per “Le Nuvole”.


Soddisfatti per la riuscita dell'evento gli organizzatori, in particolare Giuseppe Porcu e gli educatori Rita ed Andrea. «Una giornata straordinaria di integrazione, in cui si è cucinato e cantato tutti insieme, sgretolando ogni tipo di barriera – affermano –. È stata la “puntata zero” di un grande evento di street food africano e contaminazione tra culture diverse che si terrà il 4 giugno nel parco di palazzo Longis».