Close

Se un vecchio abito torna a nuova vita


 Un manicaretto di troppo, e la giacca a cui eravamo tanto affezionati stenta ad abbottonarsi. Oppure il vestito lungo, un tempo nostro cavallo di battaglia, è passato di moda e deve essere accorciato. O, ancora, la scollatura una volta tanto apprezzata ora non ci convince più e deve essere rivista.

Passata la fase più dura dell'emergenza sanitaria, sono tornati i fiori d'arancio, le cresime, i battesimi e le prime comunioni. E “Oasi del cucito”, la sartoria benefica di Oasi Giovani, sta registrando in questo periodo un vero e proprio boom di richieste di rimessa a nuovo di abiti da cerimonia.

Dagli orli alle piccole riparazioni, dalle cerniere a nuovi tagli ed adattamenti, in tanti chiedono un aiuto per tornare ad indossare nel migliore dei modi abiti a cui spesso si è affezionati.

Un gesto che oltre a rinfrescare il proprio guardaroba, contiene in sé un significato sociale molto più importante. Intitolata alla memoria della benefattrice “Lucia Bramardi”, la sartoria di Via Garibaldi si propone infatti di dare una possibilità di ripartenza attraverso il lavoro e le competenze a donne che hanno vissuto momenti travagliati.

«In questo periodo stiamo lavorando molto – conferma la responsabile del progetto Mery Gastaldi –. Per un lungo periodo le cerimonie, specie quelle relative ai matrimoni, sono rimaste ferme, ed ora la gente ha voglia di tornare a prendervi parte. E così si rivolge alle nostre sarte per dare nuovo smalto ad abiti che hanno bisogno di una risistemata». «In questa come in tutte le altre attività che portiamo avanti – aggiunge – mettiamo al centro le capacità e le abilità, come valore e punto di forza da cui ripartire».

E la ripartenza, a volte, passa anche attraverso un abito rimesso a nuova vita.