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«Continuiamo a lottare per la parità di genere»


 Continuare a lottare per la parità di genere, perché le donne possano riuscire ad estirpare le piccole e grandi disparità che ancora oggi sono presenti nella società. Ne sono convinti i ragazzi e le ragazze che orbitano intorno al progetto “Oceano” di Oasi Giovani. In occasione dell'8 marzo, Giornata Internazionale della donna, hanno riflettuto sul significato del femminismo, raccontando che cosa significhi per loro.

«Per me essere femminista – afferma Marta, 15 anni – vuol dire favorire la parità di genere in tutto e per tutto. Combattere per tutte le donne che nel corso dei secoli hanno subito ingiustizie e discriminazioni. Per costruire un mondo migliore è giusto che tutti siano visti nella stessa maniera, senza distinzione di genere o identità di genere. Purtroppo, nonostante siamo nel 2023, ci sono ancora tante lotte da affrontare: ad esempio, è ancora possibile che sul lavoro le donne siano sottopagate rispetto agli uomini. È giusto che donne e uomini siano trattati allo stesso modo».

Secondo Francesco, 20 anni, essere femminista significa pretendere di avere pari opportunità rispetto al sesso opposto. «È molto diffuso – dice – il senso di insofferenza che provano molti uomini (ma anche alcune donne) verso questo movimento. Lo scopo del femminismo non è quello di piacere a tutti, ma anche di dare fastidio al collettivo maschile che possiede quei privilegi che non possiedono le donne. Io credo nella parità di genere, è importante».

«Sono femminista – gli fa eco Angelica, 17 anni – perché le donne hanno sempre dovuto lottare e lavorare doppiamente. Le donne non devono dimostrare niente a nessuno, devono solo dimostrare a loro stesse quanto sono belle e forti. Al giorno d’oggi la loro libertà non è così scontata, ma meritano di essere felici e libere in ogni contesto».

Giulia, 22 anni, del gruppo “Rəvolution” di Fossano, ritiene che essere femminista significhi battersi per la parità di genere, non la prevaricazione della donna sull'uomo. 

«Significa – spiega – voler rispetto da parte dell'altra persona, del mio partner, del mio datore di lavoro, dai miei compagni di classe e da chiunque io abbia intorno. Io sono femminista perché credo che uomo e donna debbano avere gli stessi valori e le stesse considerazioni. Non sono nulla in meno rispetto a te e non devi dare per scontati determinati ruoli solo perché sono donna. Mi fa arrabbiare quando noi donne ci sentiamo in colpa perché diamo valore al lavoro e siamo poco presenti per la famiglia. Quando ci fanno credere che stiamo sbagliando, mentre invece una famiglia si fa in due, ed entrambi i genitori possono metterci del loro: non spetta solo ad uno dei due mettere da parte le ambizioni».

«È triste – aggiunge Giulia – che nel 2023 ancora ci siano enti e associazioni che si battono per la parità di genere: significa che alla base della società qualcosa non funziona ancora bene come dovrebbe. È triste ma necessario».

«Riflessioni del genere – affermano il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione e l'educatore Marco Caglieri – testimoniano quanto i giovani siano migliori di come spesso vengono dipinti. Aspetto che constatiamo quotidianamente nelle nostre attività e che ci lascia ben sperare per il futuro».

Sempre nell'ambito della Giornata della donna, il prossimo 31 marzo Oasi Giovani organizzerà un incontro con Teresa Milano, ebraista, scrittrice, musicista, docente di lingua, storia e cultura ebraica. Un appuntamento per parlare di donne (e uomini) attraverso una lettura filologica di alcune figure della Bibbia.